Ferrero, Ferrari, Barilla, Armani e Luxottica le aziende con la migliore reputazione in Italia nel 2022

MERCO (Corporate Reputation Business Monitor) ha presentato la classifica delle 100 aziende con la migliore reputazione in Italia nel 2022. Ferrero (1°) si è qualificata in cima alla classifica delle aziende più rinomate in Italia di Merco Imprese, seguita da Ferrari (2°) e Barilla (3°). Completano la top ten: Armani (4°), Luxottica (5°), Apple (6°), Lego (7°), Samsung (8°), Ikea (9°) e Google (10°).

Merco Italia 2022 ha visto la partecipazione di 105 dirigenti, 50 analisti finanziari, 52 giornalisti d’informazione economica, 28 responsabili di ONG, 33 responsabili sindacati, 36 delle associazioni di consumatori, 48 docenti di area business e 2.000 consumatori (Merco Società). Oltre a queste valutazioni, viene considerata un’analisi della rappresentazione in ambito digitale delle aziende (Merco Digital), con oltre 604.406 menzioni ed un’analisi della loro realtà attraverso una valutazione di merito reputazionale sui dati reali da parte di 14 aziende.

Merco (Corporate Reputation Business Monitor) è uno strumento di valutazione reputazionale lanciato nel 1999, che ha una metodologia multi-stakeholder ed è diventato uno dei monitor di riferimento a livello mondiale.

La preparazione di MERCO (Corporate Reputation Business Monitor) è stata effettuata da Análisis e Investigación, il primo istituto spagnolo di ricerche di mercato, e la metodologia per la preparazione di queste classifiche è stata rivista in modo indipendente da KPMG, in conformità con lo standard ISAE3000. Per questo motivo, KPMG non rivela la sua posizione in questa classifica.

Vedi ranking Merco Imprese 2022

ChatGPT e la nuova realtà delle aziende

Non c’è dubbio che ChatGPT sia diventato un argomento di conversazione ricorrente in tutte le aree. Anche sul lavoro, dove può portare una vera e propria rivoluzione. Ma in che modo l’intelligenza artificiale influenzerà la realtà aziendale come la conosciamo oggi? 

ChatGPT, il chatbot di Intelligenza Artificiale (AI) specializzato nel dialogo e sviluppato nel 2022 da OpenAI, è destinato a restare. 

Si tratta di un modello di apprendimendo massiccio del linguaggio che fa tutto ciò che l’utente richiede: dal Conto Economico alla scrittura delle email. In questo senso sono in tanti a prospettare l’ingresso in una nuova era guidata dall’intelligenza artificiale e c’è già chi, come Elon Musk, fondatore di SpaceX e Tesla, consiglia di fermarne lo sviluppo, per almeno 6 mesi, tempo che il I professionisti ritengono sufficiente per stabilire misure di controllo di fronte ai diversi fronti che si stanno aprendo: disinformazione, perdita di posti di lavoro, violazione della privacy… 

Gli esperti del settore concordano sul fatto che in ambito aziendale sia necessario effettuare studi specifici su come l’IA può aiutarci in ogni caso, in modo da non perdere la prospettiva o lo scopo. Si tratta di crescere e sfruttare le nuove sinergie ed opportunità offerte dalle nuove tecnologie senza perdere di vista ciò di cui la nostra azienda ha realmente bisogno e tenendo conto di altri aspetti come l’etica, la sicurezza informatica o il ruolo che ricopriranno in questo nuovo scenario. che continuerà ad essere assolutamente necessario. In questo modo, sapendo sfruttare i benefici che l’intelligenza artificiale ci dà in modo regolamentato, potremo fare passi da gigante sotto molti aspetti. Ne è prova, ad esempio, un sistema diagnostico utilizzato dall’Ospedale Universitario La Paz di Madrid (riconosciuto come il miglior ospedale della Spagna secondo l’Health Reputation Monitor – MRS -), che consente di valutare la salute a  centinaia di chilometri degli astronauti nello spazio.

PS Italian Job: mentre già si lavora ovunque e se ne sperimenta l’uso in campi delicatissimi, come i sistemi diagnostici, in Italia c’è stato un pesante intervento istituzionale, solo qui  (oltrechè in Cina, e Corea del Nord) c’è stato un discusso intervento di “polizia preventiva” de facto da parte del “ Garante per la protezione dei dati personali,  e dl controllo dei dati” , solo nel caso di Chat GPT si è arrivati all’esclusione di fatto per un mese degli utenti del paese.

Chat GPT, comunque, ha preso la “pistola sul tavolo” come un’occasione per adottare le misure di correzione: un bannerino di compliance GDPR, ed alcune opzioni per l’utente, tra cui la scelta di esclusione dei dati dall’immagazzinamento, nonchè l’autocertificazione dell’ età 

La domanda viene spontanea : chi rischia di più la propria reputazione, un’ impresa che lancia una nuova potente tecnologia, o una istituzione che invece di regolare con consapevolezza  “pre-giudica” l’adozione da parte degli utenti, discriminando e adottando pubblicamente motivazioni extragiuridiche come “lotta al capitalismo estrattivo” ?

Per ora Chat GPT è di nuovo tra noi